Quando
associamo meditazione e combattimento è facile cadere nel cliché
del monaco shaolin, che alterna logoranti sedute a lunghe
meditazioni.
Oggi, però, la meditazione è diffusa in maniera
trasversale e non è più appannaggio delle dinamiche religiose e
spirituali ma abbraccia i campi dell’introspezione, del benessere,
delle prestazioni sportive e dell’ambiente finanziario.
Cosa è la meditazione
La
meditazione è una pratica mentale che ha come fine il miglioramento
delle condizioni psichiche e fisiche attraverso il raggiungimento di
un determinato stato di coscienza . Distinguiamo la meditazione in
due grosse famiglie: riflessiva e recettiva.
La prima lavora
concentrando la propria attenzione su un oggetto mentre la seconda
segue un processo di distacco dal pensiero.
La differenza tra le
due pratiche sta principalmente nel metodo.
Per
un occidentale è facile associare questa attività al misticismo
orientale ma la realtà è che essa è presente in diverse forme e in
varie culture: dalla preghiera cristiana alle pratiche sufi del mondo
islamico, sino all’ho’oponopono hawaiano.
Le
pratiche meditative tradizionali oggi si accompagnano a quelle di
nuova generazione.
I benefici della meditazione
I benefici della meditazione sono ampiamente riconosciuti dal mondo scientifico. Si contano circa 3000 studi accademici che hanno indagato e riconfermato quello che in passato si era compreso attraverso la pratica.
L’esercizio
della meditazione porta miglioramenti principalmente sullo spettro
psichico: riduzione dell’ansia, aumentata capacità di
concentrazione, resistenza maggiore alle avversità e incremento
della perseveranza nel raggiungere le proprie mete.
Tale pratica
agisce sull’architettura delle sinapsi e pare che abbia influenza
sulle telomerasi. Induce a un netto miglioramento del sistema
immunitario e vi è una importante riduzione degli stadi
infiammatori.
Per
chi volesse approfondire consiglio di leggere qui.
Ma perché la meditazione è importante per un fighter?
I motivi sono diversi e andremo a descriverli in 3 differenti step cronologici rispetto al giorno del combattimento.
1 – Prima del match
La pratica
della meditazione attiva e ci “insegna ad attivare” il sistema
parasimpatico ossia il ramo del sistema nervoso autonomo che media le
risposte di recupero e riposo.
Il parasimpatico assieme al sistema
simpatico (che media le reazioni di lotta e fuga) formano il sistema
nervoso autonomo. Quest’ultimo non è controllabile in maniera
conscia ma, con la meditazione, riusciamo ad aggirare questo
impedimento.
Meditando andremo ad allontanarci dagli stati
di stress e di ansia, mettendo a sopire il sistema simpatico,
entrando cosi più facilmente in modalità di recupero. Ciò avviene
perché la pratica ci insegna a mantenere la calma, a vivere nel
presente e a non provare ansia per un evento del futuro.
Immaginiamo
quindi di essere nella fase di deloading (tapering)
prima del match, utilizzata per massimizzare le energie nei giorni
precedenti l’evento sportivo. Se questo periodo è caratterizzato
da uno stress eccessivo non avremo modo di recuperare e ottimizzare
le risorse pre-match ma, al contrario, andremo a subire maggiormente
gli stati di ansia da prestazione sopratutto se nella nostra
preparazione è presente uno scarico di allenamento totale.
So che
può sembrare strano ma stare completamente fermi può essere ancora
più deleterio per chi subisce l’ansia da prestazione.
Lo
stress va sfogato.
La sua funzione fisiologica (rilascio di ormoni e di
neurotrasmettitori tipo adrenalina, cortisolo etc) è quella di
prepararci all’azione, che sia la fuga o la lotta.
Questa è una
delle ragioni per le quali l’attività fisica ci rende più calmi.
2 – Durante il match
Un atleta
avvezzo alla meditazione è capace di una migliore concentrazione e
quindi di entrare facilmente nello stato di flow, ossia in una trance
agonistica che permette una prestazione più fluida e spontanea.
Per
un fighter ciò significa combattere in relativa rilassatezza
ottenendo così percussioni più affilate e migliorando drasticamente
la propria resistenza fisica grazie ad una ridotta tensione muscolare
e ad una conseguente respirazione più efficiente.
La meditazione
inoltre aumenta la soglia di percezione del dolore. In altre parole i
colpi del nostro avversario ci scoraggeranno decisamente meno.
Tutti dettagli che non faranno altro che aumentare la fiducia nelle nostre capacità e farci schivare pericolosissimi processi di auto-sabotaggio: Avete mai sentito qualcuno pronunciare queste parole prima di un esame universitario o un match “vada come vada, basta che finisca”?
3 – Dopo il match
Naturalmente
essere un atleta che medita non può garantire la vittoria ma aumenta
la possibilità di successo.
In seguito alla prestazione, sia che
essa si concluda con un evento positivo o negativo, avremo una
maggior consapevolezza delle nostre lacune. Ovviamente per questo c’è
sempre l’allenatore ma il contributo dell’atleta è essenziale.
Essere più consapevoli di quello che accade nel match grazie alla
miglior concentrazione è fondamentale per progredire nella propria
carriera.
Ma sopratutto colui che medita, che il match finisca in vittoria o in sconfitta, riuscirà a “trattare allo stesso modo questi due impostori”. E forse è questo il beneficio migliore per un atleta, per un pugile; perché il combattimento è sport ma non è solo sport.
In conclusione
Esistono
diversi tipi di meditazione, on line è reperibile una quantità di
materiale che permette a chiunque di trovare la versione a sé più
congeniale.
Dal mio punto di vista anche il vuoto può rientrare
tra le pratiche meditative a patto che sia svolto con consapevolezza,
ne parlavamo in un altro post.
So che la cosa può far storcere il naso a molti guru ma
le meditazioni dinamiche sono state sviluppate da un loro mito, Osho.
Mindfullness, kundalini, zazen e
tutte le altre varianti. Sceglietene una e provate per un minimo di
un mese. Potete cercare le 10 giornate di meditazione su Psinel,
(consiglio di seguirlo tramite podcast, il suo è uno dei migliori in
Italia ed è indubbiamente il migliore per quanto riguarda la
psicologia). Potete provare con le infinite app, leggere libri -uno
in particolare che recensirò a breve- o rivolgervi a qualche amico
che pratica.
Ci sono anche dei corsi, non mi hanno mai convinto ma
sono una possibilità.
Come nell’allenamento, però, dovrete essere costanti. Solo così otterrete i reali benefici che la meditazione comporta.
Buona
pratica.
P.S.
molta stima per chi ha colto la citazione